Il principale istituto di credito italiano, Unicredit, tenta quest’oggi un rialzo, che al momento è attorno al punto e mezzo percentuale, dopo i buoni conti presentati al mercato. I ricavi, innanzitutto, hanno sfiorato i 5 miliardi di euro e sono stati, per la precisione, 4947 milioni, circa 50 milioni in più delle previsioni degli analisti. I costi di gestione sono stati anch’essi molto positivi, tanto da portare l’utile netto a 1024 milioni di euro. Per quanto riguarda il lato asset della banca ci sono buone notizie anche dal fronte crediti deteriorati, che scendono di circa 2 miliardi di euro, contribuendo a migliorare il profilo di solidità finanziaria dell’istituto.

Tra le note negative, che poi erano ampiamente prevedibili, c’è il rialzo del costo del funding, dovuto principalmente al tasso di interesse a cui vengono venduti i titoli di stato italiani. Sebbene la banca abbia un profilo altamente internazionale e diversificato a livello geografico la situazione finanziaria italiana riveste ancora il principale fattore di rischio per i titoli azionari di piazza Gae Aulenti.
Anche semplicemente guardando il grafico si può notare come ci sia stata una forte discesa dei corsi nel periodo aprile-maggio, quando al potere è salito il duo Lega M5S che, per colpa della loro inadeguatezza e le loro promesse elettoralistiche da fare in deficit, ha fatto impennare lo spread di circa 100 punti base. Da lì in poi è iniziata una fase laterale, con un trading range costante tra circa 14 e 15 euro.

Secondo gli analisti questo legame tra titoli sovrani e azioni bancarie è anche misurabile e quantificabile, andando a pesare principalmente sul CET 1 ratio, acronimo per Common Equity Tier 1 ratio. In sostanza il CET1 ratio ci dice con quali risorse l’istituto oggetto di valutazione riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti ed i rischi rappresentati dai crediti deteriorati. E’ evidente come ad un deprezzarsi dei titoli di stato la banca, che li usa per rifinanziarsi presso la BCE, possa vedere questo indicatore deteriorarsi e debba portare a garanzia più nominale per ottenere pari finanziamento. Per le stime della banca stessa i 100 punti di spread hanno impattato negativamente per 950 milioni di euro sull’utile.