Quella odierna è di nuovo una giornata movimentata sul Forex, il mercato finanziario più grande e liquido del mondo. Protagonista assoluto è l’euro (EUR), che mette a segno rialzi importanti su quasi tutte le altre principali valute mondiali. In particolare il cross contro il dollaro (USD) raggiunge quota 1.165.
Tra i principali driver di questo rialzo i dati compositi sul PMI, che mostrano un’espansione sostenuta a 54.8 contro i 53.9 previsti. Il biglietto verde rimane, comunque, abbastanza debole dopo che ieri sono stati rilasciati i dati sull’attività manifatturiera della FED di Filadelfia, in calo a 19.9 contro i 29 attesi.
L’altra notizia che sta spingendo l’euro è quella dello storico accordo all’eurogruppo di ieri sulla ristrutturazione del debito della Repubblica Ellenica. Quello che è stato da circa 8 anni il maggior problema dell’eurozona, e che in alcuni momenti ha addirittura minacciato di distruggerla, sembra essere risolto.
Gli altri stati della zona euro, infatti, hanno accettato di ricevere i loro crediti verso la Grecia in maniera più dilazionata nel tempo e hanno garantito nuovi fondi per un’uscita più sicura sui mercati grazie ad un “buffer” di capitale di circa 15 miliardi di euro. Grazie a queste operazioni di manutenzione sul debito di Atene la permanenza del Paese nell’euro sembra garantita. Inoltre, tutta questa operazione costituisce un precedente importante che dovrebbe scongiurare pericoli simili per altri stati dell’unione monetaria, come l’Italia.
Un’altra valuta “calda” è la lira turca (TRY), in ribasso di circa lo 0.8% contro il dollaro. Gli investitori sono nervosi in quanto la data cruciale di domenica 24 giugno, in cui ci saranno le elezioni, si avvicina.
La campagna elettorale è stata molto travagliata e Erdogan è sembrato più stanco e dimesso del previsto, anche perché nella sua retorica non ha potuto fare riferimento sulla crescita economica della Turchia, che, a differenza di altre campagne elettorali, questa volta ha latitato. Inoltre anche i sondaggi sono abbastanza contraddittori e sembrerebbero non disegnare un quadro politico chiaro. La possibilità che ci siano brogli o tumulti, se non un vero e proprio colpo di stato come accaduto qualche tempo or sono, è alta.
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