Chiudiamo gli articoli della settimana analizzando la situazione sul mercato delle valute. La lira turca (TRY) continua a farla da padrona e ha oscillazioni nell’ordine del 5% giornaliero o più da inizio settimana. Per ora il cambio contro il dollaro (USD) rimane a circa 6, dopo aver raggiunto quota 6.80. Il relativo rafforzamento della valuta di Ankara è dovuto ad alcune notizie di questi giorni.
Una di queste è relativa alla promessa, da parte del Qatar, di investire almeno 15 miliardi di dollari nei prossimi anni nel paese. Questo è senz’altro positivo e potrebbe essere il precedente per altri stati islamici del mondo per venire incontro all’alleato in difficoltà. D’altronde anche Erdogan aveva minacciato di forgiare nuove alleanze, al di fuori della NATO.
In secondo luogo la Banca Centrale di Ankara ha vietato le vendite allo scoperto sulla valuta nazionale da parte degli operatori interni e ha venduto molte riserve d’oro (che infatti è arrivato ai minimi da circa due anni) per sostenere la lira, oltre a promettere la non imposizione di blocchi sul movimento di capitali. Infine sembra che Erdogan potrebbe cedere e acconsentire al rilascio del pastore Bronson, segnalando un primo cedimento per uno dei due contendenti. In relazione alle altre valute, anche oggi si segnala la debolezza del rublo russo (RUB) e del peso messicano (MXN), che risentono della situazione di Ankara.
Pare che per quanto riguardi la Federazione Russa sia allo studio la possibilità di usare maggiormente la valuta nazionale negli scambi commerciali o, al limite, l’euro (EUR), visto come valida alternativa allo strapotere del biglietto verde. Anche le riserve della Banca Centrale di Mosca potrebbero venire, in parte, convertite nella moneta unica. Come ultima coppia analizziamo ora l’eurodollaro, che si avvicina a quota 1.14. Il cross si è rafforzato dopo il rilascio delle ultime notizie sull’inflazione dell’eurozona, che ha raggiunto il 2.1% su base annuale, andando addirittura oltre il target del 2% della BCE. I rendimenti dei titoli sovrani in euro stanno anch’essi salendo, a riprova del fatto che i mercati vedono il primo rialzo dei tassi sempre più vicino.
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