Continua la stagione calda delle trimestrali e, dopo la forte correzione al ribasso di Netflix, tocca la stessa sorte anche a Facebook. Il titolo, infatti, dopo che sono stati rilasciati i dati aggiornati trimestrali sulla performance aziendale è iniziato a crollare nel trading after-hours, a borsa chiusa, perdendo oltre il 20% del suo valore, passando da 217$ a 172$. Questo è uno dei più forti movimenti nella fase di trading after-hours negli anni recenti e sicuramente uno dei più grandi di sempre per una azienda dalla capitalizzazione di Facebook.
Il colosso dei social media ha rallentato sensibilmente la sua crescita in termini di utenti e di ricavi, portando a un inedito pessimismo parte degli investitori e degli analisti. Durante la conference call Mark Zuckerberg ha provato a rassicurare tutti, ma ha comunque ammesso che la sua società potrebbe continuare a deludere le aspettative per qualche trimestre, mentre riorganizza parte delle proprie attività. Ci troviamo, perciò, in una situazione molto simile a quella che ha portato alla debâcle di Netflix, crescita futura rivista al ribasso rispetto alle aspettative seppur in presenza di dati attuali positivi in termini di fatturato e utili. Anche la crescita degli utenti si è fermata o è rallentata considerevolmente, nel Nord America, ad esempio, per la prima volta gli utenti non sono aumentati da un anno all’altro e sono rimasti stabili a 185 milioni. Anche gli accessi giornalieri alla piattaforma da parte degli utenti sono cresciuti di appena l’1.5%, la metà rispetto al trimestre precedente.
Questo dato è molto importante per le entrate pubblicitarie, che, esclusa la divisione VR creata dopo l’acquisto di Oculus, costituisce praticamente l’unica forma di introiti dell’azienda. Il numero di nuovi iscritti è sceso, soprattutto in Nord America e in Europa. Questi due mercati sono fondamentali poiché un utente del primo settore geografico genera in media 26 $ di introiti pubblicitari al mese e nel secondo 9 $. Nelle altre aree questi importi sono sensibilmente inferiori. Una trimestrale, in definitiva, davvero molto brutta e che potrebbe segnare il definitivo passaggio di Facebook da “growth company” a “mature company”, segnando l’inizio di una fase di trading laterale con molte meno accelerazioni al rialzo.
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