La ricapitalizzazione del colosso bancario Unicredit, iniziata lo scorso 6 febbraio dopo mesi di dubbi e indagini di mercato e la cui prima fase si è conclusa ieri, ha dato i risultati sperati già dal primo giorno. Ma andiamo con ordine: già da una settimana si era conclusa la possibilità di cessione dei diritti da parte degli azionisti, mentre ieri 23 febbraio era l’ultimo giorno disponibile per aderire all’aumento di capitale.
Chiuse le urne quindi oggi sono stati svelati i numeri: l’istituto di credito meneghino ha raccolto 12,97 miliardi, quindi tutti i capitali necessari meno 30 milioni che mancano per raggiungere la soglia prefissata di 13 miliardi. Si tratta del 99,8% del totale delle nuove azioni offerte, un ottimo risultato dunque, e tutt’altro che scontato. Mancano però all’appello un milione e mezzo di diritti di opzione, pari a 3,8 milioni di azioni da sottoscrivere che verranno offerte in borsa dal 27 febbraio al 3 marzo, con facoltà di chiusura anticipata in caso di raggiungimento dell’obiettivo, un’eventualità a questo punto probabile.
Infatti la strada pare in discesa ora per Unicredit, merito certamente del nuovo amministratore delegato Jean Pierre Mustier, che dopo preziose cessioni, tagli interni e manovre per i crediti deteriorati, sembra aver effettivamente elaborato un piano che ha convinto il mercato italiano, lo stesso mercato che negli scorsi mesi non ha tuttavia mostrato lo stesso supporto ad altre pur prestigiose banche italiane, in prima fila Mps. Inoltre anche nell’improbabile eventualità in cui non si riuscisse a collocare le azioni rimanenti, scatterebbe la già da mesi pianificata garanzia da parte di un consorzio di banche tra cui Morgan Stanley, Ubs, Jp Morgan e Bofa Merrill Lynch tra le altre.
Pare quindi che Mustier e soci, ereditieri di una situazione non certo facile, siano riusciti a pianificare perfettamente il tanto discusso aumento di capitale, un esito questo che certamente accrescerà la solidità e la reputazione della banca milanese sui mercati, e che in un momento di crisi del settore come quello che stiamo vivendo certamente si attesta come un ottimo inizio per il 2017.
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