La brutte notizie per le nuove valute digitali sembrano non finire. Sebbene il Bitcoin (BTC) riesca ancora a resistere sopra i 6000$, venendo scambiato al momento a circa 6200$, le altre criptovalute continuano a perdere molto terreno rispetto alle quotazioni di inizio anno, tanto che i ribassi hanno superato quelli successivi allo scoppio della bolla “Dot Com” di inizio anni 2000.
Un esempio eclatante è il Litecoin (LTC), che solo nella giornata di oggi perde l’8%, scendendo sotto i 48$. Si può notare dal grafico la tendenza negativa, evidenziata dalla formazione di un canale con minimi e massimi sempre più bassi. L’Ethereum(ETH), seconda criptovaluta per capitalizzazione dopo il Bitcoin, mostra un pattern simile.
Vitalik Buterin, creatore di quest’ultima valuta digitale, in un tweet ha dichiarato di non vedere chance del ripetersi della corsa al rialzo di cui sono stati protagonisti questi nuovi asset finanziari negli anni scorsi (che, all’apice, è stata nell’ordine di un aumento di prezzo di 1000 volte). Inoltre, Buterin ha ricordato come gran parte della crescita passata sia stata dovuta a fasce di investitori che non avevano mai sentito parlare di criptovalute e che si sono riversati ad acquistarne. Ora che il mercato è più “maturo” non c’è più questa possibilità e anche le persone comuni sono a conoscenza del fenomeno criptovalute.
Un’altra notizia che non ha certamente contribuito a tenere alti i prezzi è quella che due enti di regolamentazione finanziaria di Wall Street starebbero per compiere alcune azioni ostili nei confronti di aziende operanti nel campo delle criptovalute.
Queste azioni sono riconducibili all’erogazione di multe a queste aziende e al considerare alcuni token come veri e propri asset finanziari, da sottoporre a controllo anti-riciclaggio e imposizione di tassazione sul capitale. Il tutto, se confermato ed esteso, sarebbe un duro colpo per il mercato e alcuni sospettano che dietro ci sia lo zampino dell’amministrazione Trump, che ha paura che con questi nuovi asset digitali possano venire aggirate le sanzioni imposte ai vari stati canaglia, come il Venezuela o l’Iran.
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