Le criptovalute continuano nella loro fase di debolezza, in un mercato che sembra aver perso gran parte dell’interesse nei loro confronti. Si pensi che il volume delle transazioni è diminuito di circa il 50% in un solo mese, da aprile a maggio scorso. Analizzando il prezzo del Bitcoin (BTC) dal punto di vista grafico si possono tracciare molte linee di trend, tutte caratterizzate da un’impostazione ribassista. Usando l’indicatore Bande di Bollinger, inoltre, si evidenzia come il prezzo non riesca quasi mai a toccare la Media Mobile superiore, un altro chiaro segnale negativo.
Non mancano, comunque, spunti di riflessione sia in ottica long che short. Ad esempio non mancherà di far piacere ai trader con posizioni lunghe che, secondo uno studio commissionato dalla banca olandese ING, l’interesse verso l’argomento criptovalute raddoppierà molto presto. Ad esempio solo una minima parte (meno del 10%) tra i cittadini dell’Unione Europea e degli Stati Uniti possiede attualmente criptovalute ma almeno un terzo della popolazione di queste aree geografiche sarebbe intenzionata a comprarne un po’. Inoltre, segmentando la popolazione per estrazione sociale e reddito, si evince che tra la popolazione con un patrimonio mobiliare rilevante l’interesse è ancora maggiore. Infine, come è facile immaginare, tra i giovani l’interesse è mediamente maggiore rispetto a quelli un poco più in là con gli anni. Tutti questi dati fanno ben sperare sull’andamento del settore nel lungo periodo.
Non mancano, però, opinioni di personalità di spicco spesso ribassiste. Citiamo oggi il cofondatore di Apple Steve Wozniak, che alla conferenza Nex sul futuro della tecnologia di New York ha definito tutta l’economia collegata al Bitcoin come una “bolla” finanziaria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Tuttavia, il visionario americano ha riconosciuto come la tecnologia a blocchi, che permette il funzionamento delle criptovalute, sia una delle più grandi invenzioni della storia.
L’analogia fatta da Wozniak, per rendere ancora più chiara la sua opinione in materia, è con l’esplosione della bolla finanziaria delle aziende “dotcom” agli inizi del millennio. E’ bene ricordare, comunque, che molte delle aziende che sprofondarono durante quel periodo, come Microsoft o Amazon, siano diventate tra le più importanti e ricche al mondo, garantendo ai propri investitori lauti guadagni, sebbene, per quelli che rimasero “incastrati” in quel periodo, si sia dovuto aspettare molti anni.
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