Il dollaro american o (USD) recupera gran parte delle perdite subite negli ultimi giorni a causa di dati sulle vendite cha hanno battuto le più rosee aspettative, inoltre i dati sulle vendite dei mesi precedenti sono stati anch’essi rivisti al rialzo. Questi dati hanno anche spinto all’insù i rendimenti sui titoli di stato americani, che hanno superato la soglia psicologica del 3% anche a causa delle rinate aspettative sull’inflazione.
Il cross valutario EUR/USD ha subito perdite anche maggiori a causa della debolezza della moneta unica e si trova ad essere scambiato a circa 1,187. Questa debolezza è stata causata ancora una volta da dati sottotono provenienti dalle economie dell’eurozona, con la crescita che sembra rallentare sempre di più e potrebbe condizionare le decisioni della BCE sull’uscita dal Quantitative Easing.
Dal punto di vista grafico è evidente come la trendline ribassista, che avevamo disegnato già qualche giorno addietro, abbia condizionato le oscillazioni dei prezzi e in particolare abbia costituito un supporto in area 1,183. Ma a perdere di più contro il biglietto verde sono le monete dei mercati emergenti. La valuta sudafricana, il rand (ZAR) perde circa l’1,65% e la lira turca(TRY) aggiorna i minimi storici venendo scambiata oltre quota 4,44 contro il dollaro, in ribasso di quasi il 2%.
Per quanto riguarda la valuta del Sud Africa, ci sono delle tensioni nel settore pubblico relative agli aumenti salariali richiesti ma non pienamente soddisfatti. Per la precisione, le voci che giungono sembrano indicare che il governo sia disponibile ad offrire ritocchi nell’ordine del 6%, ben lontani dalle richieste dei sindacati pubblici vicine al 12%.
E’ probabile che ci si possa accordare per una cifra a metà strada tra queste due, in ogni modo andando ad aumentare considerevolmente l’esborso per il Sud Africa, già provato da un deficit molto alto dovuto principalmente al calo di prezzo di alcune materie prime prodotte entro i suoi confini. Per quanto riguarda la Turchia ci sono notizie fresche di nuove tensioni con Israele e gli USA dopo che questi ultimi hanno spostato la sede della loro ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, scatenando le ira di gran parte del mondo musulmano, che considera la cosa come un affronto.
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