Anche quest’oggi la giornata sui mercati del Forex si è rivelata molto movimentata e ha fornito molti spunti per gli investitori. L’euro (EUR) si è deprezzato sul dollaro americano (USD) negli ultimi giorni, dopo aver abbandonato il canale rialzista, per via del fallimento dell’attacco alla resistenza a 1.18. Ora si trova in un canale ribassista che potrebbe portarlo in area 1.155-16 entro la fine della giornata. Parte di questo movimento è imputabile all’inaspettato calo dei titoli di stato della zona euro, con il decennale tedesco vicino al 0.27% sulla scadenza decennale, minimo da inizio anno.
A pesare sono state anche le dichiarazioni ondivaghe di Trump, che, in visita ufficiale nel Regno Unito ha dapprima minacciato ulteriori sanzioni verso gran parte dei partner commerciali degli Stati Uniti, per poi dichiarare, in seguito, di essere favorevole all’alleggerimento di quelle già comminate. Anche nei confronti del governo May le sue posizioni hanno suscitato scalpore: in un primo momento ha condannato la scelta del governo britannico di prediligere una soft Brexit, minacciando che questa scelta potrebbe mettere in discussione il possibile trattato di libero scambio con gli Stati Uniti.
In seguito, tuttavia, si è rimangiato in qualche modo le sue affermazioni, che hanno incluso notevoli apprezzamenti per l’operato di Boris Johnson, visto di buon occhio come possibile futuro premier, per riaffermare la vicinanza storica degli Stati Uniti sia al Regno Unito che all’Unione Europea. La sterlina, intanto, continua a mostrare una forte volatilità per via degli avvenimenti politici in corso, arrivando a 1.31 contro il biglietto verde; è poi risalita un pochino per via di un report di Deutsche Bank che la vede a 1.4 entro fine anno.
Infine, chiudiamo questa breve analisi valutaria con la lira turca, protagonista indiscussa tra le valute emergenti. Dopo essere arrivata ai minimi storici di sempre, toccando, ad esempio, quota 5.7 contro l’euro, la valuta di Ankara prova a recuperare un po’ del terreno perso.
Probabilmente alcuni investitori si stanno accorgendo che le valutazioni, anche se il contesto politico è davvero deteriorato, iniziano ad essere molto a sconto e hanno una certa remora, perciò, ad aprire nuove posizioni corte. Ad esempio, rispetto la moneta unica, la lira turca è di circa il 45% sottovalutata a parità di potere d’acquisto, una delle principali variabili da considerare nell’analisi dei tassi di cambio.
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