I due principali gruppi finanziari della Germania potrebbero presto o tardi fondersi. Questo è l’ipotesi che circola da diverso tempo e che avrebbe anche senso dal punto di vista economico (attraverso maggiori sinergie e abbattimento di costi). Entrambi gli istituti hanno sofferto molto della crisi in questi anni e hanno visto la loro capitalizzazione di mercato scendere fortemente. Ad azzoppare le speranze di recupero ci si è messa anche la BCE con i suoi tassi di riferimento sotto lo zero, che influiscono negativamente sui profitti derivanti dal prestare denaro.
E’ questo il motivo principale per cui l’andamento azionario di Deutsche Bank è fortemente legato al rendimento dei bunds tedeschi. Quando il loro rendimento sale anche l’azione della banca di Francoforte sale, e viceversa. Entrambe hanno dovuto ridurre fortemente la loro presenza nell’investment banking negli anni, un tempo gallina dalle uova d’oro per i conti aziendali. L’input per la fusione arriverebbe direttamente dalla Cancelleria di Berlino e sarebbe favorita soprattutto dal ministro dell’Economia e delle Finanze Scholz.
Sebbene ci siano delle preoccupazioni per quanto riguarda l’antitrust e la concorrenza, queste sono sicuramente superate dai possibili benefici. La Germania, infatti, pur essendo di gran lunga la prima economia europea, ha un settore bancario sottosviluppato rispetto a quello francese, spagnolo e persino italiano, tenendo in considerazione il peso economico. Si pensi che Deutsche Bank, primo istituto tedesco, ha una capitalizzazione di mercato di appena 21 miliardi di euro, la metà del primo istituto bancario italiano, Intesa SanPaolo.
La creazione di un grande gruppo finanziario porterebbe molti benefici all’economia tedesca, che è la più orientata all’export in Europa e ha, perciò, bisogno di essere finanziata adeguatamente e a tassi competitivi. Inoltre il governo di Berlino ancora ha una quota del 15% di Commerzbank, acquisita all’indomani della Grande Crisi Finanziaria, e spera di vederne crescere il valore, in caso di fusione. Perché gli analisti su questo sono concordi: se l’operazione si farà gli azionisti di entrambi i gruppi vedranno il valore dei propri asset crescere di un 10-20% circa.
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