Quest’oggi mi vorrei concentrare su una analisi della storia delle valute tradizionali e delle criptovalute, pensando a quelli che potrebbero essere gli sviluppi futuri per i prezzi delle seconde in un’ottica di lungo periodo. Le valute tradizionali, emesse dalle banche centrali, rappresentano la forza e l’autorevolezza dello Stato a cui appartengono, soprattutto dal punto di vista finanziario e dei conti pubblici.
I loro tassi di cambio sono influenzati giorno per giorno, tra l’altro, dalle aspettative sul costo di rifinanziamento imposto dalle banche centrali e sui flussi di bilancia commerciale. Questo spiega, ad esempio, perché il cambio eurodollaro si mantenga così elevato anche se le differenze tra i tassi delle due giurisdizioni monetarie inizino ad essere così evidenti. Le valute non hanno un valore intrinseco in sé, o almeno questo valore è assolutamente trascurabile.
Una volta ciò non era sempre vero: la FED, ad esempio, ha garantito fino al 1971 la convertibilità diretta tra dollaro americano e oro. Da quel momento a oggi il valore del dollaro espresso in once d’oro è crollato, come si può intuire anche dal grafico trentennale di seguito. Il valore di altri asset non inflazionabili, come argento, diamanti etc, ha seguito più o meno lo stesso pattern.
Ma tutto questo perché dovrebbe influire sulle scelte di investimento di un acquirente di criptovalute? Semplicemente perché quando si assume una posizione long o short, si sta scommettendo sul valore di un asset rispetto ad un altro. La coppia BTC USD potrebbe apprezzarsi o deprezzarsi in futuro semplicemente per via del comportamento del dollaro americano, in maniera indipendente dalle vicende che coinvolgeranno il Bitcoin.
Da ciò scaturisce una tesi di investimento long, adottata da molti acquirenti delle criptovalute: il loro prezzo dovrebbe crescere nel tempo semplicemente perché sono beni che hanno un’offerta non inflazionabile, a differenza delle valute tradizionali (basti pensare all’espansione dei bilanci di queste ultime negli anni). Se questo ragionamento è corretto per le singole criptovalute, non lo è per la loro totalità, in quanto chiunque al giorno d’oggi può facilmente crearne una nuova con relativo Initial Coin Offering.
Pertanto si raccomanda cautela a chi volesse investire su questi nuovi asset digitali solo in base alla loro presunta non inflazionabilità ma si consiglia a tener conto di altri fattori, quali rischi geopolitici, trasferibilità, valore intrinseco tecnologico, anonimato etс.
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