Il prezzo del Bitcoin tende al calo in seguito ai fork. Ma non per la ragione che credi… Il timore collettivo non è il fattore principale che sta dietro alla caduta, ma piuttosto la premeditazione a sangue freddo. Le balene, investitori capaci di muovere il mercato tramite operazioni massicce, portano giù il mercato del Bitcoin.
Tre versioni differenti di Bitcoin sono attualmente disponibili sul mercato: Bitcoin stesso (BTC), Bitcoin Cash (BCH) e Bitcoin Gold (BTG). Gli ultimi due sono emersi tramite il processo noto come hard fork, nel momento in cui la blockchain originale si è divisa in due. Mentre Bitcoin Cash rappresentava un tentativo di risolvere il problema della velocità delle transazioni, Bitcoin Gold è rivolto ai miner. Gli sviluppatori di BTG desiderano rendere più semplice il processo del mining, decentralizzare ulteriormente la rete e aprirsi a un pubblico più vasto.
Mentre il primo hard fork nella storia del Bitcoin ha avuto luogo in luglio, il secondo è accaduto il 24 di ottobre. Bitcoin Cash, un bitcoin alternativo nato con il primo fork, ha inizialmente dimostrato una crescita ed è stato scambiato intorno al livello dei $914. A oggi, il suo prezzo è di $465. Bitcoin Gold ha già perso oltre il 70% del proprio valore. In entrambi i casi, la ragione principale dietro alla debole azione del prezzo è una mancanza di supporto da parte della comunità.
Come detto in precedenza, gli hard fork influenzano anche il prezzo della blockchain originale, ovvero di Bitcoin. In entrambi i casi la criptovaluta ha subito un deprezzamento nei giorni successivi al fork. Il coinvolgimento delle cosiddette balene è considerato il fattore primario, ed ecco il perché.
Il 20 ottobre, cinque giorni prima del più recente fork, il prezzo del Bitcoin aveva raggiunto i $6.000, per la prima volta nella sua storia, toccando addirittura i $6.200. Un tale comportamento può essere spiegato dalle caratteristiche tecniche dell’hard fork. Dopo la divisione, i possessori della criptovaluta originale ricevono un numero uguale della moneta appena creata, che potrà in sesguito essere venduta ottenendo un profitto ulteriore. Molti investitori, quindi, cercano di mettere le mani sul Bitcoin immediatamente prima della divisione. La pressione d’acquisto, sostenuta da un’opportunità di capitalizzare sull’azione post-fork, porta in alto il prezzo del Bitcoin.
Le blockchain alternative, essendo il prodotto dell’hard fork, generalmente non sono in grado di sostenere una crescita a lungo termine. Vengono quindi “scaricate” quasi istantaneamente e deprezzate a causa della massiccia svendita. Questo procedimento si applica a Bitcoin Cash e a Bitcoin Gold. La domanda per Bitcoin, pompata artificialmente dagli speculatori prima della divisione, cala non appena le opportunità legate all’hard fork diminuiscono. Di conseguenza, l’azione del prezzo del BTC ritorna a livelli “normali”.
Chi è coinvolto a livello professionale nelle attività della criptovaluta segue i modelli qui descritti e non si lascia sfuggire l’occasione per trarre un profitto da una mossa semplice, ma molto efficace. Data l’enorme capitalizzazione di mercato, il prezzo del Bitcoin non è facilmente influenzabile, nonostante ciò la criptovaluta ha perso oltre il 3% del proprio valore in un periodo brevissimo in seguito al fork. Si presume che ciò si avvenuto a causa delle balene.
Molti investitori hanno accumulato posizioni importanti sul Bitcoin prima del recente fork, per poter ottenere grandi ritorni di capitale in seguito. A causa della loro attività coordinata, il prezzo del BTC ha dapprima dimostrato un aumento, e quindi un calo. Sebbene non si possa definire accurato al 100%, questo modello può essere usato in futuro per prevedere il prezzo del Bitcoin, così come delle altre maggiori criptovalute, prima e dopo i fork.