Apple non delude le aspettative del mercato e rilascia buoni dati finanziari per il trimestre fiscale conclusosi il 30 giugno. L’azione sale di quasi il 5% rispetto alla chiusura di ieri, arrivando a ridosso dei 200$. La società, inoltre, a causa di questi dati, si avvicina anche alla soglia psicologica del trilione di dollari di capitalizzazione, traguardo raggiunto solo da PetroChina una decina di anni fa.
Dal punto di vista grafico, prima di analizzare le nuove stime economiche e finanziarie della società, è evidente come la soglia dei 200$ costituisca una forte resistenza. Se dovesse essere rotta e il prezzo dovesse rimanere sopra tale soglia per alcune giornate di trading, è molto probabile un rialzo fino a quota 210$.
Nel caso contrario si potrebbe ritestare quota 195$.I numeri finanziari, come anticipato, sono molto buoni. L’azienda della mela morsicata, infatti, ha registrato un fatturato di 53,3 miliardi di dollari, con una crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Apple batte le stime degli analisti, che avevano elaborato stime target più basse di almeno un 20%, tra l’altro poco fiduciosi che la Mela riuscisse a registrare un ulteriore trimestre a crescita sostenuta.
Analizzando più a fondo i numeri si evince come il business legato all’hardware cresce ma non di molto, le vendite di iPhone, ad esempio, sono rimaste sostanzialmente al palo ma il fatturato della divisione è comunque aumentato grazie al maggior costo unitario per dispositivo venduto, che ha raggiunto circa i 724$!
Tra i dispositivi di maggior successo nel periodo troviamo gli AirPods e gli Apple Watch, facenti parte della sottocategoria di hardware “indossabile”. Male, invece, i Mac, con un fatturato della divisione in calo del 12% rispetto all’anno scorso. E’ probabile che molti potenziali acquirenti, comunque, stiano attendendo la nuova lineup in uscita a breve.
La società ha, inoltre, dichiarato un dividendo straordinario di 0.73$ ad azione, che verrà pagato da metà agosto 2018 in poi. La scelta di remunerare gli azionisti attraverso dividendi è discutibile, anche in ragione delle implicazioni a livello di doppia imposizione fiscale e burocratica che genera. Sarebbe stato meglio, soprattutto per gli investitori internazionali non residenti negli Stati Uniti, percorrere la via del buyback.
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