Il Rublo russo (RUB) perde quasi l’1% contro il dollaro statunitense (USD), arrivando ai minimi del 2016. Gli ultimi dati della banca centrale di Mosca, infatti, mostrano un intensificarsi degli acquisti in valuta estera per tenere sotto controllo le quotazioni, acquisti che però stanno facendo scendere le riserve. Inoltre, nelle ultime ore negli Stati Uniti si è riaperto il caso dell’intervento russo durante le elezioni del 2016 vinte da Trump.
Queste rivelazioni potrebbero spingere in futuro all’imposizione di nuove sanzioni. L’avvocato personale dell’attuale presidente degli Stati Uniti, Michael Cohen, infatti, ha ammesso di essere a conoscenza di un piano di hacking e collusioni perpetratosi nel periodo caldo che ha portato alla vittoria Trump. Inoltre iniziano a circolare voci sempre più insistenti di un possibile impeachment per l’attuale inquilino della Casa Bianca.
Un’altra valuta sotto pressione è il real brasiliano (BRL). I motivi in questo caso sono diversi, il principale è sicuramente legato all’instabilità politica, con i nuovi sondaggi appena pubblicati che indicano la probabile sconfitta alle prossime elezioni del candidato più liberista e vicino alle istanze del marcato.
A vincere potrebbe essere una coalizione di sinistra radicale, che già si è detta contraria a riforme delle pensioni e del mercato del lavoro che sono assolutamente necessarie al paese dell’America del Sud. Il secondo motivo è legato alla situazione Venezuelana, che diventa sempre più drammatica e potrebbe destabilizzare anche il Brasile, nazione confinante. E’ notizia di questi giorni che è stato inviato l’esercito al confine tra i due stati.
Chiudiamo anche quest’oggi con l’euro (EUR), che non sembra voler arrestare la sua corsa e sale fino a quota 1.16, livello che non si toccava da circa 20 giorni. Oltre ai problemi citati poco or sono di Trump, a scatenare il rialzo del cambio anche lo spread italiano in restringimento, dopo le ultime rassicuranti dichiarazioni del ministro del tesoro italiano Tria e la sua partenza per la Cina a caccia di investitori. Infine, i dati ci segnalano come l’interesse short per il cross EUR/USD sia scemato, probabilmente in vista del simposio di Jackson Hole ormai prossimo in cui sembra probabile una sorpresa accomodante in fatto di previsioni di politica monetaria da parte della FED.
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